CRITICA & RECENSIONI

 

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Florilegio Ensemble

“O Tempo Bono”

Music at the Aragonese Court of Naples

Symphonia SY 00180

 

« Ecco il buon esordio discografico del gruppo italiano Florilegio Ensemble. Il panorama europeo di insiemi che si dedicano alla musica basso-medievale, come i nostri musicisti, non è scarno né qualitativamente irrilevante. Dunque, il primo aspetto che un nuovo ensemble deve considerare è la propria identità di gruppo oltre naturalmente ad aver già risolto il problema degli strumenti, ad aver impostato la ricerca sulle fonti eccetera. Sul discorso dell'identità non si fa gran cenno nelle note di copertina che accompagnano il disco. Si dichiara semplicemente l'attrazione del Florilegium (sic) per una cultura musicale italiana ancora viva anche se tenuta in ombra dalla scienza degli «oltremontani», il tutto riferito alla musica del Quattrocento testimoniata nel ricco e stilisticamente variegato manoscritto Montecassino 871, cui è dedicato il cd. L'attrattiva è davvero irresistibile e condividiamo il fascino espresso dal gruppo, un fascino che si traduce in un'interpretazione ancora cauta (comprensibile misura di sicurezza), ma tuttavia chiara nell'attenzione alla poesia popolare, al linguaggio dialettale e a una dialettica improvvisativa che tiene conto della ricca tradizione orale, sicuramente viva e propositiva alla corte aragonese di Napoli cui fa riferimento la registrazione. Rimane meno persuasivo l'aspetto «colto», più ufficiale del repertorio, quello comunque influenzato da un linguaggio più elaborato e pregno di contaminazioni «europee» all'epoca girovaghe, che sarebbe manchevole disattendere.»

 

n.s.

Amadeus, Marzo 2001

« Nelle note del libretto che accompagna questa interessante registrazione del manoscritto noto come Montecassino 871 il Quattrocento è definito un secolo 'misterioso', affermazione che è tanto più vera quanto più è riferita alla produzione musicale italiana. In effetti, tutti i manoscritti redatti in Italia contengono pochissime composizioni che possano essere attribuite all'attività di musicisti autoctoni, mentre compaiono in gran numero le opere di molti compositori stranieri, in particolare fiamminghi. La cultura musicale europea del tempo aveva infatti i suoi centri principali nella Francia nord-occidentale, nelle Fiandre e, in una certa misura, anche in Inghilterra; I'ltalia, dopo il brillante periodo dell' Ars Nova trecentesca, attraversò un periodo di circa ottant'anni in cui apparentemente non prese parte in maniera diretta allo sviluppo dell'arte musicale. Dobbiamo attendere la fine del secolo per ritrovare, grazie alla produzione frottolistica dell’ltalia settentrionale e ai canti carnascialeschi della corte medicea, una attiva ripresa della produzione musicale italiana in vista della straordinaria stagione del madrigale cinquecentesco che affascinerà e influenzerà per lungo tempo tutta l'Europa. le nostre conoscenze sui gusti e sui repertori musicali del tempo sono inevitabilmente legate a ciò che i molti manoscritti ci tramandano, vere e proprie 'compilazioni' redatte in ambienti di corte e che quindi di quella società e cultura sono lo specchio. Non fa eccezione il manoscritto in questione che, compilato intorno agli anni Settanta presso la corte aragonese di Napoli, contiene, accanto alle numerose composizioni di anonimo (alcune delle quali probabilmente di area italiana e chiaramente legate a una qualche forma di tradizione popolare), i fiamminghi e nobilissimi Guillaume Dufay e Johannes Ockeghem, gli inglesi William Frye e Bedingham e lo spagnolo Cornago, attivo presso la corte di Napoli. Il Florilegio Ensemble, diretto da Marcello Serafini, si propone con un organico vocale e strumentale particolarmente adatto all'esecuzione di questo repertorio. Due voci femminili soliste, Anita Camarella e Maria Consigli, la cui impostazione vocale (corretta e musicalmente espressiva) sembra trovare una radice diretta nella musica popolare, una caratteristica anche interpretativa che pare in qualche modo contraddistinguere tutta la registrazione.

Significativa in questo senso l'esecuzione dei piacevoli Alle stamegne, La vida de Colin e Voca la galiera il cui carattere 'popolareggiante' è reso con la necessaria leggerezza e senza inutili forzature. Gli strumenti, il cui utilizzo in questo repertorio è sempre a totale discrezione dell'interprete, sono usati con varietà e in modo appropriato: si va quindi dal raddoppio delle voci all'esecuzione puramente strumentale, come nel caso del dolce e raffinato Adieu m'amour di Dufay, davvero ben realizzato con due liuti. La viella e il flauto completano la formazione di bassa cappella che possiamo ascoltare nel bel Mon fort souspirz. Gli strumenti alti sono rappresentati da una piccola, ma solida ed efficace formazione di alta cappella (ciaramella, bombarda e tromba da tiro) che possiamo apprezzare in brani quali A Florence e Suis aprentis di William Frye. Concludo segnalando il brano O tempo bono, che oltre a dare il titolo al disco esemplifica perfettamente l'approccio interpretativo misurato e non privo di fascino del Florilegio Ensemble, qui alla sua prima esperienza discografica.

Commento tecnico: Registrazione pulita e ben dettagliata; buon equilibrio tra voci e strumenti. Suono naturale e di adeguata dinamica.»

 

Gianpaolo Capuzzo

CD Classica, Aprile 2001

«No cesan de aparecer grabaciones dedicadas a la música napolitana del s. XV, durante la época del monarca aragonés Alfonso V el Magnánimo y de su hijo Fernando I de Nápoles. ¿Música española? No mucho. Nápoles era un reino altamente internacional y sólo se conservan 11 piezas en español de esta época. En el disco se incluyen dos fragmentos (en italiano y latín) de Cornago y de Piero Oriola (Pere Orihuela), únicos representantes hispanos entre muchas piezas unas veces anónimas y otras firmadas por compositores flamencos o ingleses. En cualquier caso, el repertorio es muy bello, además de extremadamente variopinto.»

 

Álvaro Marías

ABC, 29 settembre 2001

« […] Molto interessante, anche per la curata veste grafica, è “O tempo bono” del Florilegio Ensemble, pubblicato dall’etichetta Symphonia (www.symphoniarecords.com). Dal 1995 il gruppo di Induno Olona diretto da Marcello Serafini si dedica a un attento studio del repertorio antico. Lo testimonia questo Cd, con pagine sacre e profane del codice “Montecassino 871” redatto intorno al 1470 alla corte Aragonese di Napoli. Le cantanti Maria Consigli e Anita Camarella, accompagnate da Marcello e Antonio Serafini, Alberto Crugnola, Isacco Colombo, Alberto Ponchio e Daniele Bicego (liuti, cornamuse, ghironde, vielle, ribeche, bombarde e altri strumenti antichi) restituiscono all’ascoltatore moderno un repertorio suggestivo, sospeso tra tradizione colta ed echi popolari.»

 

Lombardia oggi, 22 Luglio 2001